David Bowie (Cover Duca Bianco)

Changes

Ci sono uomini che nascono come “uno di tanti”, semplici persone, e nel corso della vita sanno diventare unici, ovvero artisti.

Uno di questi è stato – anzi è – David Jones, meglio conosciuto come David Bowie. E il segreto che ha reso possibile tale metamorfosi, visto a distanza di sette anni dalla sua scomparsa, è l’essere stato capace di sperimentare per vivere, “rubando” intuizioni, maschere, sound per ricomporre poi tutto in modo assolutamente personale e unico. Una unicità che è diventata via via il marchio di fabbrica della sua identità.  In questo continuo processo evolutivo, non dev’essere stato facile costruirsi dei volti, dei personaggi, portarli in scena e poi lasciarli morire per diventare subito qualcun altro, un’altra maschera da incarnare e vivere. E questo continuo susseguirsi di nascite, morti e resurrezioni è stato per lui un processo visibilmente costoso, a tratti doloroso.

Forse è anche per questo che noi fan lo abbiamo amato così visceralmente, identificandoci nel suo desiderio che ogni album, ogni canzone, ogni nuova espressione di sé fosse diversa, imprevedibile.  Chiunque lo abbia musicalmente incontrato nelle diverse manifestazioni della sua espressione artistica – dai tempi di Ziggy Stardust al periodo soul, passando da quello berlinese a quello in cui rivisitava la dance o al suo ultimo momento più intimista – si è cibato della passione che lo animava, abbeverandosi della sua inquietudine esistenziale, alla perenne ricerca di potersi esprimere al meglio.

Nella musica, nell’arte, nel cinema e anche attraverso quello stile innato con cui amava vestirsi, acconciarsi o preparare i suoi concerti, era come se ogni volta costruisse universi immaginari, rappresentazioni teatrali di sé e dell’esistenza dove le emozioni che suscitava nel suo pubblico diventavano parte integrante dello spettacolo.  Solo negli ultimi decenni, questo magnifico alieno dell’arte è tornato alla sua dimensione terrestre, grazie all’incontro con la compagna della sua vita, lman, che lo ha reso finalmente e definitivamente “solo” David Bowie (o “David Jones”, come amava dire lei). E anche in questo suo estremo ritorno a sé stesso e alla sua musica, Bowie è riuscito a impartire a tutti un altro grande insegnamento: quello di imparare ad accettare il fluire del tempo come l’ennesima occasione da cogliere per continuare a costruire il nostro mondo senza arrendersi a ciò che pensiamo di essere e sapere.

Thanks for everything Mr Bowie!

Vito Sinopoli

 

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